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Diamogli il tempo: il movimento del bambino dalla nascita


Diamogli il tempo: il movimento del bambino dalla nascita

Spesso noi adulti attuiamo dei comportamenti pensando di aiutare i bambini, in realtà non è così.

Ti è mai capitato di provare a sollevare un bambino in piedi afferrandolo per le braccia, nonostante non riuscisse a farlo da solo ?! Ricordi come ha reagito? Tu come hai sentito il suo corpo?

Emmi Pikler e gli studi sui movimenti spontanei del bambino

Ciò che voglio raccontarti in questo articolo sono gli studi di Emmi Pikler: pediatra e direttrice dell’Istituto per orfani Lóczy (Ungheria) per oltre trent’anni -dall’ inizio degli anni ’80 in poi-. La dottoressa Pikler ha effettuato numerose ricerche in particolare rispetto agli aspetti motori delle prime fasi di vita dei bambini. Le sue ricerche sono ancora molto attuali e in linea con il pensiero di Maria Montessori, con l’idea del bambino competente.

Riflettiamoci ancora…

Penso che valga ancora la pena parlare oggi di temi come questi, perché spesso i genitori non riescono ad aspettare e attendere lo sviluppo dei bambini e delle bambine, non riconoscono l’importanza della ripetizione (fondamentale per apprendere), e sentono il bisogno -da adulti – di stimolare, sollecitare e arrivano perfino a forzare le azioni dei bambini.

Ciò non gli giova, vediamo perché: per prima cosa i movimenti compaiono con una sequenzialità di posizioni che giungono spontaneamente e che non può essere l’adulto a stabilire. Ogni bambino ha il proprio tempo di sviluppo e la cosa migliore che possiamo fare da adulti è rispettarlo.

Quali azioni possono fare gli adulti per favorire il bambino?

  1. agire sul proprio comportamento: a) evitare di insegnare movimenti ai bambini cioè di far eseguire ripetutamente movimenti al bambino affinché li assimili. b) apprezzare i tentativi autonomi del bambino di sperimentare nuovi movimenti , perché sono questi che suscitano la sua soddisfazione e valorizzarli considerando che ogni gesto scontato per noi adulti è una grande scoperta per il bambino.
  2. Predisporre ambiente adeguato alla sperimentazione, cioè :A) l’abbigliamento deve intralciare il meno possibile i movimenti del bambino compresi quelli della testa e del collo percui per esempio si consiglia di evitare i capi con cappucci. b) lo spazio in cui collochiamo il bambino dev’essere fin da subito piano, rigido perché il bambino non dovrebbe sprofondarci, e senza cuscino. c) i materiali devono essere adeguati all’età dello sviluppo del bambino ( attenzione alle dimensioni che non dovrebbero avere una circonferenza inferiore a 3 cm per evitare il rischio di soffocamento ), essere a portata di mano del bambino in modo che possa prenderli da solo, attenzione non dobbiamo essere noi adulti a metterglieli in mano. I materiali possono essere appoggiati intorno a lui o lei che li prenderà se e quando vorrà farlo, non devono essere legati spenzolanti sulla testa del bambino.

Infine ricordate che le reazioni dei bambini sono strettamente legate agli stimoli che arrivano dagli adulti. Un bambino è diventato passivo e preferisce protestare attirando la vostra attenzione più che sperimentare? Chiedetevi se ciò non sia legato ad un’ abitudine che avete preso, per esempio al fatto che voi adulti lo avete abituato a sistemarlo in posizioni nuove e perciò ora preferisce cercare voi invece di cercare una nuova posizione, scegliendo così la via più semplice !

Fonti:
Grazia Honneger Fresvo, “Facciamo la nanna”, 2015, Il leone verde
Emmi Pikler, “Datemi tempo”, 2015, Edizioni Scientifiche