Spesso noi adulti attuiamo dei comportamenti pensando di aiutare i bambini, in realtà non è così.
Ti è mai capitato di provare a sollevare un bambino in piedi afferrandolo per le braccia, nonostante non riuscisse a farlo da solo ?! Ricordi come ha reagito? Tu come hai sentito il suo corpo?
Ciò che voglio raccontarti in questo articolo sono gli studi di Emmi Pikler: pediatra e direttrice dell’Istituto per orfani Lóczy (Ungheria) per oltre trent’anni -dall’ inizio degli anni ’80 in poi-. La dottoressa Pikler ha effettuato numerose ricerche in particolare rispetto agli aspetti motori delle prime fasi di vita dei bambini. Le sue ricerche sono ancora molto attuali e in linea con il pensiero di Maria Montessori, con l’idea del bambino competente.
Penso che valga ancora la pena parlare oggi di temi come questi, perché spesso i genitori non riescono ad aspettare e attendere lo sviluppo dei bambini e delle bambine, non riconoscono l’importanza della ripetizione (fondamentale per apprendere), e sentono il bisogno -da adulti – di stimolare, sollecitare e arrivano perfino a forzare le azioni dei bambini.
Ciò non gli giova, vediamo perché: per prima cosa i movimenti compaiono con una sequenzialità di posizioni che giungono spontaneamente e che non può essere l’adulto a stabilire. Ogni bambino ha il proprio tempo di sviluppo e la cosa migliore che possiamo fare da adulti è rispettarlo.
Infine ricordate che le reazioni dei bambini sono strettamente legate agli stimoli che arrivano dagli adulti. Un bambino è diventato passivo e preferisce protestare attirando la vostra attenzione più che sperimentare? Chiedetevi se ciò non sia legato ad un’ abitudine che avete preso, per esempio al fatto che voi adulti lo avete abituato a sistemarlo in posizioni nuove e perciò ora preferisce cercare voi invece di cercare una nuova posizione, scegliendo così la via più semplice !